
A partire da una sperimentazione condotta nel settore di ricerca ed innovazione della Philips lighting è emersa, qualche anno fa, la straordinaria potenzialità di generare tenui flussi luminosi attraverso un processo di bioluminescenza dovuto a batteri, geneticamente modificati, che si nutrono di gas metano. Tale impostazione si basa sul principio di trasformazione della materia in cui è prevista la produzione di gas metano a partire dalla conversione ecologica dei rifiuti umidi domestici. Attraverso un meticoloso dosaggio del gas metano i batteri contenuti in apposite ampolle trasparenti emettono una luce costante al cento per cento biologica, dovuta all’enzima luciferasi e al suo substrato luciferina, ottenendo la caratteristica colorazione giallo-verde presente in simili fenomeni in natura.

Nel caso specifico del museo di Castelbosco, l’impostazione di una simulazione di tale fenomeno è concepita per sottolineare il rapporto tra diverse forme di energia ed i relativi processi di conversione al fine di rendere palese la grande potenzialità delle risorse naturali. Lo scopo è orientato ad evocare un principio di efficientamento e di riciclaggio, all’interno di un modello di produzione agricola proficuamente incentrato sui valori di armonizzazione con l’ambiente, perseguendo la sostenibilità in una forma estesa e trasversale. Infatti, in ogni fase di produzione, ivi compresa la conversione da liquami biologici in gas metano, l’energia può essere utilizzata in diverse applicazioni utili, tra le quali si annovera, appunto, anche la possibilità di emettere luce seguendo ed emulando il principio armonioso che molte creature viventi utilizzano per la loro sopravvivenza.
Alberto Pasetti (Aprile 2015)