
Nato nel 1938, l’artista tedesco Michael Badura indaga sin dalle opere degli esordi, i meccanismi dell'immagine e della percezione verbale, visuale e culturale, elementi caratteristici per decodificare i messaggi e le esperienze quotidiane degli uomini con composizioni, azioni e processi che hanno come primario obbiettivo quello di raccontare storie della realtà contemporanea. La sua ricerca ha una matrice biologica, antropologica ed ecologica.
Nel lavoro Wasser ist nicht Wasser – Wasserfarben (materiali vari, vetro, teca di legno, circa cm 100x150, 1967-1969) l’artista ha utilizzato decine di “provette” al cui interno l’acqua è mescolata con elementi sempre diversi alterando il suo “status” e i relativi residui colorati.
Una riflessione, per “campioni”, tra purezza e contaminazione, su un tema di grande attualità, ovvero l’acqua come bene primario per l’umanità. L’opera si collega all’installazione, ideata dallo staff del Museo della Merda, che “racconta” formule farmacologiche ottenute usando lo sterco di vari esseri viventi elencate da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (I sec. d.C). Sempre nella stessa stanza, inoltre, un coprolite, fossile di sterco di milioni di anni fa, e un ex voto in terracotta di area etrusco-laziale (III-II sec. a.C.) che riproduce gli organi interni del corpo umano, sottolineano le confluenze tra preistoria e storia, chimica e arte, natura e cultura con “reperti” di epoche diverse e lontane.
Gaspare Luigi Marcone (Aprile 2015)